Salari bassi, affitti alle stelle e povertà in aumento: +62% di richieste alla Caritas negli ultimi 10 anni

20 Giugno 2025

Salari bassi, affitti alle stelle e povertà in aumento: +62% di richieste alla Caritas negli ultimi 10 anni

Negli ultimi dieci anni in Italia si è aggravata una crisi silenziosa ma profonda. Sempre più persone, pur avendo un lavoro, non riescono a vivere dignitosamente. I motivi principali? Salari fermi, affitti in continuo aumento e un costo della vita che non accenna a calare.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un numero crescente di famiglie e individui che si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto. Secondo i dati, dal 2013 al 2023 le richieste di sostegno sono cresciute del +62%. Un segnale preoccupante di come il disagio sociale stia colpendo anche chi, in teoria, “non dovrebbe essere povero”.

 

Il lavoro non basta più: salari troppo bassi per vivere

In Italia si lavora, ma spesso non si guadagna abbastanza. I salari reali — cioè quelli che contano davvero, tenendo conto dell’inflazione — sono più bassi di 15 anni fa, uno dei peggiori dati tra i Paesi industrializzati.

Molti italiani rientrano nella categoria dei cosiddetti "working poor", i lavoratori poveri: persone che hanno un impiego ma non riescono a coprire le spese essenziali. Parliamo di milioni di cittadini che fanno fatica a pagare l’affitto, le bollette, o semplicemente a fare la spesa.

 

Affitti sempre più alti: vivere in città è diventato un lusso

Parallelamente, i costi degli affitti sono esplosi, soprattutto nelle grandi città come Milano, Roma, Firenze e Bologna. Secondo i portali immobiliari, in molte zone gli affitti sono aumentati del 50% in appena tre anni.

Per molte famiglie, pagare l’affitto significa sacrificare tutto il resto: cibo, salute, trasporti, educazione. In alcuni casi, una singola stanza può costare anche metà dello stipendio mensile netto. Non sorprende quindi che crescano anche gli sfratti per morosità.

 

Caritas: +62% di persone in difficoltà in un decennio

Di fronte a questa situazione, sempre più persone si rivolgono alla Caritas. I numeri sono chiari:

  • Nel 2023 quasi 270.000 persone hanno chiesto aiuto a Caritas Italiana.
  • Il numero è cresciuto del 62% rispetto al 2013.
  • Aumentano gli italiani in difficoltà, ma anche stranieri, giovani precari, anziani soli e famiglie monoparentali.

La Caritas non offre solo cibo o vestiti: spesso rappresenta l’unico punto di riferimento umano e sociale per chi ha perso tutto.

 

Il cortocircuito: casa cara, lavoro sottopagato, vita impossibile

Quando gli stipendi non bastano e gli affitti prosciugano il reddito, il rischio è uno solo: cadere in povertà. Una povertà che non si vede sempre per strada, ma che si nasconde dietro porte chiuse, in case fredde, in piatti vuoti.

Questo fenomeno colpisce anche chi non si considera povero: lavoratori con contratto, famiglie con bambini, giovani con titoli di studio.

 

Cosa si può fare?

Le soluzioni esistono, ma richiedono volontà politica e azioni concrete:

  • Aumentare i salari minimi e incentivare la contrattazione collettiva.
  • Investire nell’edilizia popolare e negli affitti calmierati.
  • Sostenere economicamente chi è in difficoltà attraverso misure universali e inclusive come l’Assegno di Inclusione.
  • Potenziare i servizi sociali locali, spesso al collasso.

 

 

L’aumento del 62% delle persone che si rivolgono alla Caritas è solo la punta dell’iceberg. In Italia la povertà sta cambiando volto, e riguarda sempre di più chi ha un lavoro, chi studia, chi cerca una casa.

Ignorare tutto questo sarebbe un errore grave. Servono politiche più coraggiose, investimenti mirati e soprattutto la volontà di restituire dignità alle persone.

 

Fonte: Repubblica

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